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Biographie
GIUSEPPE CAPINERI nacque a Firenze nel 1923, dove visse e lavorò fino al 1994 nello studio in Borgo Pinti 81. Inizia da giovane la sua attività artistica cimentandosi nel campo della grafica lavorando per Case Editrici Italiane e tedesche. Frequenta la scuola di nudo presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze sotto la guida dei Prof. Mannucci. Col primo premio ricevuto nel 1967 a Seravezza inaugura una intensa carriera che lo vede partecipare a numerose rassegne artistiche in Italia e all'estero conseguendo numerosi premi ed ambiti riconoscimenti. Fa parte dei Gruppo Donatello, del Circolo Artistico della Società di BelleArti, dell'Associazione Acquerellisti di Milano e Roma ed è membro dell'"Institut Europeen de l'Aquarelle" di Bruxelles. Ha effettuato 45 mostre personali in Italia e all'estero ed ha partecipato a numerose collettive di alto prestigio. La rivista "Vogue" gli ha dedicato un servizio in occasione di tre mostre personali tenute a Parigi. Una sua opera fa parte della collezione de "Il Museo dei Musei" presentata a Palazzo Strozzi a Firenze ed in Giappone. Nel 1990 ha vinto il primo premio della rassegna internazionale dell'acquerello "La Sciara di Stromboli".
Ha realizzato due murales: a Lizzano Pistoiese in onore della V Armata Americana e in ricordo del campione di sci Zeno Colò, e a Firenze in omaggio allo Sport e allo scultore Mario Moschi. Nella sua pittura s'ispirava alla natura, prediligendo paesaggi e fiori. Di estrazione naturalistica maturato nel clima del post impressionismo si espresse con schiettezza ed onestà in guizzanti acquarelli od in corpose rappresentazioni ad olio. Ha eseguito numerose incisioni e litografie.
E' scomparso a Firenze nel 1993
Compte rendu
Capineri ha sempre dipinto per vocazione istintiva, con linguaggio naturalistico non potendo fare a meno del paesaggio toscano o ligure, senza curarsi affatto di essere « attuale » e quindi senza l'affanno di fare previsioni sulle mode e sui gusti dell'arte. L'interessante per lui è sempre stato quello di fare buona pittura, nel senso di mettercela tutta per ottenere il massimo possibile dal linguaggio che egli esercitava: un linguaggio pittorico che si identifica con la parlata toscana, scorrevole, limpida, senza affettazioni letterarie, pulita. La pittura di Capineri può essere dunque descritta con le medesime aggettivazioni: sia quando il pittore « guizza » velocemente e con singolare maestria nella tecnica dell'acquerello, sia nella più corposa e pensata rappresentazione ad olio.
Tommaso Paloscia (da "La Nazione")
Sono opere in cui domina sovrano un anelito mai stanco, ancorché antico, di poesia, di serenità, e certo anche di bellezza. Di mano leggera, di segno sempre controllato, con passaggi tonali di rara eccellenza armonica, questo macchiaiolo di estrema schiera verista, fece una pittura che, a onta del modo ricalcato, ha sempre qualcosa da illuminare, da suggerire, infine da sollecitare nel nostro compiacimento più profondo. Un alito di nostalgia, un sapore velato di romanticismo lo accompagnavano, e per avveniristici che siano i tempi, per distruttori che siano gli atteggiamenti di oggi, un'amica suggestione da quest'opera ci verrà sempre, ad onta di tutto. Omaggio dunque a un maestro di pennello e di onestà.
Mario Rizzoli (da "Il Gazzettino", Padova)
Attraverso la pittura di Capineri ti accorgi che in fondo la verità è dentro di te e che quindi l'accostamento con la natura va fatto in un modello di estrema e, proprio per questo, tanto più valida semplicità e genuinità. Così i paesaggi e le figure dell'autore ti passano davanti in un linguaggio vivo ed autentico, in una dimensione di linearità e di completa chiarezza e coerenza, senza che il discorso venga mai interrotto, ma in un colloquio profondo ed esauriente.
Prof. Iori (da "Il Resto del Carlino")
L'artista trova nel paesaggio la sua più completa e felice espressione, poíché gli oggetti che ritrae alberi, case, montagne assumono sotto il tocco dei pennello una vita propria che va oltre l'armonia della semplice riproduzione. Ogni oggetto, diviene tale nel suo significato per virtù della luce, e la luce in Capineri, stabilisce un rapporto di suggestione e di poesia con l'ombra di rara intensità, proprio come l'intrecciarsi di un dialogo intimo...
Rodolfo Tommasi ("RAI", Firenze)