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Biographie
Milano, 1891-1971
La scena di genere — o il ritratto con un qualche elemento di narratività — è un'altra specialità di Ziveri, in ciò influenzato dal suo maestro, il milanese Attilio Andreoli, del quale sono conservati nelle collezioni civiche milanesi due quadri che, al di là dei soggetti — L'onomastico del parroco e L'adultera —, mostrano un'analoga intonazione. Ziveri è dunque da intendersi come tipico continuatore di una inflessione linguistica postscapigliata, che incontra tuttora una certa fortuna. Ma proprio il carattere attardato della sua pittura rende spesso difficile una precisa datazione delle singole opere, sostanzialmente immutate, quanto allo stile, nell'arco della sua carriera.
I suoi lavori di tale ambito sono generalmente dominati da toni d'intonazione calda e corposa: si vedano, oltre a La lettura della nonna, La calza e Rammendo, che si distinguono da lavori coevi e di analogo soggetto per i modi che appaiono impermeabili a ogni forma di purché minimo modernismo e sempre legati, piuttosto, a una reinterpretazione di moduli ranzoniani e cremoniani, ovvero al suo filtro attraverso le esperienze di inizio secolo di pittori come Antonio Ambrogio Alciati e Giuseppe Amisani (del primo si veda, per esempio, per un confronto con l'opera di Ziveri, il Ritratto della madre del 1910, nelle collezioni civiche milanesi). Più chiara e radiosa dei dipinti prima citati — forse soltanto in relazione al soggetto — è Bambina.
Francesca Paola Rusconi
Tratto da Raccolta Fondazione Cariplo