Biographie
Firenze, 1913-1999)
Emilio Malenotti iniziò a lavorare a otto anni in una bottega di artigiano e divenne presto un restauratore di alto livello, noto ovunque con il soprannome di “Piumaccio d’oro”. Nella sua bottega di S. Spirito, nei momenti liberi dal lavoro prese ad esprimere il suo talento represso in età infantile, disegnando e dipingendo la vita che si svolgeva nel rione. Nacquero i personaggi caratteristici, gli “omini”, i venditori ambulanti, i musicisti di strada, i vecchi dell’osteria, i bambini che giocavano attorno alla fontana della piazza.
La sua mano agile e sicura fissava immagini quotidiane dell’umanità semplice e frenetica dell’Oltrarno.
Le sue opere restano a testimonianza di quel mondo scomparso e di quella gente autenticamente fiorentina, povera ma piena di dignità.
Ha avuto contatti con molti artisti che lo hanno apprezzato, tra i quali Vinicio Berti che lo definì “un autentico primitivo”. La sua pittura naive di grande sensibilità e valore, è stata riconosciuta attraverso mostre e riconoscimenti, tra cui una medaglia d’oro al Premio Luzzara. Ha illustrato in modo splendido alcune favole, tra cui “Pinocchio” con 52 pannelli e “Sussi e Biribissi”.
Da “Accadde in Toscana”, vol. 3, di Tommaso Paloscia, Polistampa, Firenze, 1999, riassunto e adattato da Gabriella Gentilini